Licenziamento per giusta causa

Licenziamento per giusta causa

Lo Statuto dei Lavoratori regolamenta i controlli a distanza sull’attività lavorativa: la normativa consente però al datore di lavoro di incaricare soggetti terzi (agenzie investigative) al fine di documentare comportamenti illeciti o scorretti adottati dai lavoratori a danno dell’azienda.

Le investigazioni per licenziamento giusta causa sono legittime poiché svolte a difesa di un diritto. Il licenziamento per giusta causa, secondo il Codice Civile, è lo strumento per le aziende per tutelarsi e far fronte a gravi inadempimenti messi in atto dai lavoratori dipendenti.

Il datore di lavoro può licenziare per giusta causa lavoratori dipendenti nel caso in cui si verifichino delle particolari situazioni tali da compromettere in modo irrimediabile il rapporto di fiducia tra dipendente e datore di lavoro.

Di seguito alcune cause che possono portare al licenziamento per giusta causa del lavoratore: falsa malattia o infortunio, uso improprio dei permessi di lavoro - Legge 104, false timbrature, furto di beni aziendali, violazione del patto di non concorrenza, abuso nella fruizione dei permessi sindacali e dei congedi parentali, assenteismo, concorrenza sleale.

Ogni tipologia specifica di causa di licenziamento sopra riportate, vengono documentate mediante inconfutabili prove (video, immagini fotografiche, relazioni dettagliate, eventuale documentazione pertinente all’indagine ed eventuale nostra testimonianza in sede giudiziaria). 

Uno dei problemi che maggiormente affligge le aziende è quello della malattia simulata da parte dei dipendenti. La falsa malattia può portare al licenziamento per giusta causa o giustificato motivo del lavoratore.

Per contrastare il fenomeno della finta malattia, le aziende possono avvalersi di investigatori privati al fine di documentare se il dipendente sia veramente malato oppure stia svolgendo un’altra attività lavorativa o stia tenendo comportamenti tali da ritardare la pronta guarigione.

Esempi di comportamenti scorretti del lavoratore: simulare la malattia, svolgere un altro lavoro durante il periodo di malattia pregiudicando la guarigione o ritardandola, non osservare tutte le cautele necessarie per una pronta guarigione.